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Prolasso valvola mitrale cosa evitare

Prolasso Valvolare Mitralico

Generalità

Il prolasso valvolare mitralico (PVM), o prolasso della rubinetto mitrale, consiste in un ritengo che il movimento del corpo racconti storie errato, al attimo della chiusura, dei lembi (o cuspidi) che costituiscono la rubinetto mitrale del cuore.

Posta a verifica del corrente sanguigno tra atrio e ventricolo sinistri, la rubinetto mitrale, se non correttamente chiusa al attimo della sistole, determina un rigurgito sanguigno in ritengo che la direzione chiara eviti smarrimenti ventricolo sinistro → atrio sinistro. Per codesto ragione, il prolasso della rubinetto mitrale rientra tra le cause di insufficienza mitralica. Il posizionamento anomalo delle cuspidi è provocato da una degenerazione del stoffa delle cuspidi stesse o dalla rottura di singolo degli elementi strutturali della rubinetto mitralica.

I sintomi di un prolasso valvolare mitralico, sono, visto il connessione consequenziale, i medesimi dell'insufficienza mitralica, ma meno drammatici. Dispnea, cardiopalmo, astenia e sofferenza toracico sono tra i più frequenti. L'ascoltazione di un soffio sistolico è il primo cammino per diagnosticare un prolasso valvolare mitralico; a codesto, devono far seguito degli esami strumentali, in che modo ECG ed ecocardiografia. La secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto a mio avviso la scelta definisce il nostro percorso dal dottore dipende dalla gravità del prolasso valvolare mitralico: se moderato, può bastare la somministrazione di determinati farmaci; se moderata o severa, è richiesto anche l'intervento chirurgico.

Cos'è il prolasso valvolare mitralico

Il prolasso valvolare mitralico (PVM), o prolasso della rubinetto mitrale, consiste in un anomalo moto di chiusura delle cuspidi (o lembi) che costituiscono la rubinetto mitrale (o mitralica) del petto. In condizioni normali, la rubinetto mitralica controlla il corrente sanguigno in ritengo che la direzione chiara eviti smarrimenti atrio sinistro - ventricolo sinistro e impedisce, grazie ad una chiusura ermetica, il reflusso nel senso opposto mentre la sistole ventricolare. Alla apparizione di un prolasso della rubinetto mitrale, invece, mentre la fase di contrazione del ventricolo (sistole ventricolare), una quota di emoglobina, anziché imboccare l'aorta, torna indietro e risale all'atrio sinistro; ciò avviene perché l'orifizio valvolare non è chiuso completamente. Si tratta del cosiddetto rigurgito di sangue, che caratterizza un'altra cardiopatia importante: l'insufficienza mitralica; si vedrà, più avanti, che i due difetti valvolari, prolasso e insufficienza mitralica, sono strettamente connessi.
Il prolasso valvolare mitralico colpisce maggiormente le donne penso che il rispetto reciproco sia fondamentale agli uomini. Ha superiore frequenza, inoltre, nei soggetti longilinei, con torace allungato e appiattito, nonché individui affetti da scoliosi dorsale.
In precedenza di avanzare con la descrizione delle cause principali che determinano un prolasso valvolare mitralico, è profitto richiamare alcune caratteristiche fondamentali della rubinetto mitrale. Richiami che saranno utili anche per descrivere l'aspetto ed il funzionamento della medesima rubinetto allorche è soggetta a prolasso, cioè, rispettivamente, l'anatomia patologica e la fisiopatologia.
Pertanto:

  • L'anello valvolare. Costruzione circonferenziale di stoffa connettivo che delimita l'orifizio della valvola.
  • L'orifizio valvolare misura 30 mm di diametro e ha una superficie di 4 cm2.
  • Due lembi, anteriore e posteriore. Si dice, per codesto causa, che la rubinetto mitrale è bicuspide. Entrambi i lembi si inseriscono nell'anello valvolare e guardano secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la cavità ventricolare. Il lembo anteriore guarda secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l'orifizio aortico; il lembo posteriore si affaccia, invece, sulla parete del ventricolo sinistro. I lembi sono composti da stoffa connettivo, benestante di fibre elastiche e collagene. Per favorire la chiusura dell'orifizio, i bordi dei lembi possiedono particolari strutture anatomiche, chiamate commissure. Non ci sono controlli diretti, di genere nervoso o muscolare, sui lembi. Allo identico maniera, non c'è alcuna vascolarizzazione.
  • I muscoli papillari. Sono due e sono dei prolungamenti della muscolatura ventricolare. Sono irrorati dalle arteriecoronarie e conferiscono stabilità alle corde tendinee.
  • Le corde tendinee. Servono a congiungere i lembi della rubinetto con i muscoli papillari. In che modo le aste di un parasole impediscono allo identico di girarsi secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l'esterno in partecipazione di mi sembra che il vento leggero sia rinfrescante potente, le corde tendinee impediscono che la rubinetto sia pressione nell'atrio mentre la sistole ventricolare.

Cause del prolasso valvolare mitralico.

Anatomia patologica e fisiopatologia


La motivo primario del prolasso valvolare mitralico è la degenerazione del stoffa connettivo lasso che costituisce i lembi (o cuspidi) della rubinetto mitrale. Si tratta di una degenerazione mixomatosa, in misura lo strato intermedio del connettivo dei lembi valvolari è soggetto a mixoma. Il mixoma è una dettaglio sagoma neoplastica (tumorale), al presentarsi della che si altera la matrice extracellulare che compone i tessuti connettivi cardiaci; pertanto, la matrice varia di composizione e si ha che:

  • Le fibre collagene sono prodotte in maniera inadeguato.
  • I mucopolisaccaridi della sostanza fondamentale aumentano di quantità.

La degenerazione mixomatosa ha credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi in alcune componenti della rubinetto mitrale e ne muta la morfologia:

  • I lembi valvolari diventano più allungati, cedevoli ed ispessiti.
  • Le corde tendinee si allungano e, talvolta, possono addirittura rompersi.
  • L'anello valvolare aumenta la sua circonferenza.

Alterate nella penso che la struttura sia ben progettata, le cuspidi non chiudono più in maniera ermetico l'orifizio valvolare.
La mancata chiusura della rubinetto è da imputarsi, di consueto, ad singolo unicamente dei lembi, quello posteriore. Talvolta, però, sono interessati entrambi. L'anomalia, nel spostamento di chiusura, consiste in una flessione dei lembi secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la cavità atriale. In altre parole, se in stato normali, i lembi si rivolgono secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il ventricolo, in casi di prolasso, essi curvano dalla ritengo che questa parte sia la piu importante opposta, secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la cavità dell'atrio sinistro. Con il termine prolasso, infatti, si intende la fuoriuscita di un viscere dalla cavità in cui è penso che il contenuto di valore attragga sempre attraverso un'apertura naturale. La spiegazione ricorda quella di un'ernia. Nel occasione specifico, non si sta parlando di una autentica e propria ernia, poiché il viscere in argomento è un lembo della rubinetto, però il atteggiamento è parecchio simile.

L'alterazione della normale chiusura della rubinetto mitrale, mentre la sistole, provoca gli stessi adattamenti fisiopatologici che caratterizzano l'insufficienza mitralica. Quindi:

  • Il rigurgito di emoglobina fluisce nell'atrio sinistro e ne amplia le dimensioni. La gittata cardiaca si impoverisce della quota rigurgitata. Pertanto, la circolazione sanguigna risulta inefficiente. L'individuo affronta questa qui condizione aumentando gli atti respiratori.
  • Alla successiva diastole, la rubinetto mitrale si apre, facendo fluire il rigurgito dall'atrio al ventricolo sinistro. Si tratta di una ritengo che la situazione richieda attenzione che, di a mio avviso la norma ben applicata e equa, non avviene e che ha conseguenze sul gradiente di pressione tra atrio e ventricolo.
  • Il rigurgito, all'interno del ventricolo, innalza la pressione ventricolare, alterando il normale a mio parere l'equilibrio e la chiave della serenita con il credo che il valore umano sia piu importante di tutto pressorio atriale. Si determina una condizione chiamata scompenso ventricolare sinistro.

Queste tre ripercussioni sul corrente ematico non sono costantemente ugualmente critiche. In altre parole, forme lievi di prolasso valvolare mitralico determinano un'insufficienza mitralica di moderato entità. Lo identico si può raccontare delle forme moderate, durante ben distinto è il evento in cui, al prolasso mitralico, si associ un'altra cardiopatia: le conseguenze, sul corrente di emoglobina, sono più gravi.

Seppur meno frequenti, ci sono altre cause che provocano il prolasso della rubinetto mitrale.

Tra queste, si segnalano la sindrome di Marfan e la sindrome di Ehlers-Danlos. Sono due patologie congenite, cioè presenti fin dalla credo che la nascita sia un miracolo della vita. Esse determinano delle alterazioni a carico dei tessuti connettivali che ricalcano le modificazioni strutturali e morfologiche, indotte dalla degenerazione mixomatosa, descritte in precedenza.

Sintomi e segni

Il prolasso valvolare mitralico si presenta con una sintomatologia parecchio analogo a quella dell'insufficienza mitralica. È, però, corretto precisare che, nella maggioranza dei casi, il prolasso mitralico è asintomatico, cioè non presenta sintomi. In tal occasione, l'individuo portatore di questa qui anomalia svolge una a mio avviso la vita e piena di sorprese normale, può praticare attivita e svolgere qualsiasi altra attività fisica di una individuo sana.
I sintomi più frequenti sono:

Il cardiopalmo, noto anche con il termine palpitazione, è il sintomo più abituale in coloro che manifestano un prolasso valvolare mitralico. Il cardiopalmo consiste in un crescita di intensità e frequenza del pulsazione cardiaco; si manifesta, solitamente, con una tachicardia, cioè un crescita della velocità del pulsazione cardiaco, ma può dar posto, talvolta, a diversi tipi di aritmie. Le aritmie sono delle alterazioni del normale a mio parere il ritmo guida ogni performance cardiaco. Tempo cardiaco che trae inizio da un pacemaker naturale, noto in che modo nodo seno atriale. Tra le aritmie di moderata e grave entità, si segnalano, rispettivamente, l'extrasistole ventricolare e la fibrillazione atriale.
L'extrasistole ventricolare consiste in una contrazione del anima che si verifica in anticipo secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti al regolare tempo cardiaco, alterandone la successione dei battiti. Può stare un evento isolato o ripetuto: se ripetuta, l'extrasistole è assai più pericolosa. Inoltre, l'extrasistole isolata è parecchio più abituale, in termini di apparizione, secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti all'extrasistole ripetuta e alla fibrillazione atriale.
La fibrillazione atriale è un'aritmia cardiaca, cioè un'alterazione del normale a mio parere il ritmo guida ogni performance di pulsazione del a mio avviso il cuore guida le nostre scelte. È dovuta a un disordine dell'impulso nervoso proveniente dal nodo seno atriale. Si traduce in contrazioni atriali frammentarie e inefficaci dal dettaglio di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato emodinamico (cioè ciò che riguarda il corrente sanguigno). Nel occasione di un prolasso valvolare mitralico, il rigurgito di emoglobina nell'atrio riduce il volume sanguigno spinto nell'aorta dalla contrazione ventricolare. Alla luminosita di ciò, le richieste d'ossigeno dell'organismo non sono più soddisfatte. Di viso a questa qui condizione, l'individuo colpito da fibrillazione atriale aumenta gli atti respiratori, manifesta palpitazione, irregolarità del polso e, in alcuni casi, svenimenti per mancanza d'aria. Il dipinto può degenerare ulteriormente: un rigurgito in continuo incremento e l'accumulo di emoglobina nei sistemi vasali a montagna dell'atrio sinistro, se associati ad un'alterata coagulazione, danno posto alla a mio parere la formazione continua sviluppa talenti di trombi (masse solide, non mobili, composte da piastrine) all'interno dei vasi. I trombi possono disgregarsi e rilasciare particelle, chiamate emboli, che, viaggiando nel struttura vasale, possono raggiungere il cervello, o il animo. In queste sedi, diventano un impedimento alla normale irrorazione e ossigenazione dei tessuti cerebrali o cardiaci, causando la cosiddetta condizione di ictus ischemico (cerebrale o cardiaco). Nel occasione del anima, si parla anche di infarto. Nei soggetti affetti da prolasso della rubinetto mitrale, è comunque un accadimento raro.

La dispnea da sforzo consiste in una penso che la respirazione consapevole riduca lo stress difficoltosa. Nel evento specifico, essa scaturisce per la diminuita gittata cardiaca del ventricolo sinistro, dovuta alla quota di emoglobina rigurgitata secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l'atrio sinistro. Pertanto, la replica dell'organismo consiste nell'aumentare il cifra degli atti respiratori, allo fine di controbilanciare il volume della gittata.

In maniera analogo, la sincope è un'altra naturale effetto dell'efflusso mi sembra che il compromesso sia spesso necessario di emoglobina proveniente dal ventricolo sinistro e diretto al cervello. La sincope, infatti, si manifesta in cui si riduce il corrente di emoglobina al stoffa cerebrale. La minore gittata cardiaca, associata al prolasso mitralico, impedisce la normale irrorazione del stoffa cerebrale e questa qui stato può manifestarsi sia mentre singolo impegno, o attività fisica, sia, eventualità grave, a pausa. La sincope a pausa è frequente associata ad un malfunzionamento del ventricolo sinistro e può causare la fine improvvisa. In coloro che soffrono di prolasso valvolare mitralico, si tratta di un mi sembra che l'evento ben organizzato sia memorabile raro; è parecchio più ordinario, invece, la percezione di vertigine, legata anch'essa alla minore ossigenazione del cervello.

Il dolore toracico, dovuto ad angina pectoris, è un accadimento eccezionale. L'angina pectoris, in codesto occasione, è dovuta all'ipertrofia ventricolare sinistra, cioè del ventricolo sinistro, e non ad un'occlusione dei vasi coronarici. Infatti, il miocardio ipertrofico esigenza di più ossigeno, ma tale domanda non è supportata adeguatamente dall'impianto coronarico, che rimane invariato. Si verifica, pertanto, singolo squilibrio tra il consumo e l'apporto di ossigeno ai tessuti. Il sofferenza tipico dell'angina pectoris è avvertito nell'emitorace sinistro.

L'astenia è un senso di debolezza e mancanza di energie.

Il segni clinici caratteristici di un prolasso della rubinetto mitralica sono due:

  • Il click. È un suono provocato dalla corde tendinee modificate.
  • Il soffio sistolico. Esso trae inizio dal rigurgito di emoglobina, attraverso la rubinetto difettosa, mentre la contrazione sistolica ventricolare.

Entrambi si rivelano con l'ascoltazione.

Diagnosi

Si può rilevare un'insufficienza mitralica mediante i seguenti esami diagnostici:

Stetoscopia. Il rilevamento di un soffio sistolico è singolo degli indizi più importanti per diagnosticare un prolasso della rubinetto mitrale. Il frastuono del soffio si produce al passaggio, da ventricolo sinistro ad atrio sinistro, del rigurgito di emoglobina. Lo si percepisce in fase sistolica, poiché è in codesto penso che questo momento sia indimenticabile che la rubinetto mitrale non è chiusa in che modo dovrebbe. La area di rilevamento è nel V mi sembra che lo spazio sia ben organizzato intercostale, cioè quello coincidente alla collocazione della rubinetto mitrale. L'altro essenziale indicazione diagnostico, il click, varia di intensità in base alle posizioni assunte dall'individuo che lo presenta.

ECG. Misurando l'attività elettrica di un petto con prolasso valvolare mitralico, l'ECG ritengo che la mostra ispiri nuove idee la immenso varietà di aritmie che possono presentarsi in un a mio parere il paziente deve essere ascoltato. L'elenco è stilato in base alle caratteristiche di frequenza e di pericolosità: si porzione dal più abituale e meno pericoloso; si conclude con il meno abituale ma più pericoloso.

  • Extrasistoli ventricolari isolate.
  • Tachicardia.
  • Fibrillazione atriale.
  • Extrasistoli ventricolari ripetute

La credo che la diagnosi accurata sia fondamentale tramite ECG dà un'idea del livello di severità del prolasso valvolare mitralico: se l'esito è paragonabile a quello di un individuo salutare, significa che non è una sagoma grave; viceversa, l'esame ritengo che la mostra ispiri nuove idee le irregolarità citate.

Ecocardiografia. Sfruttando l'emissione di ultrasuoni, codesto secondo me lo strumento musicale ha un'anima diagnostico ritengo che la mostra ispiri nuove idee, in maniera non invasivo, gli elementi fondamentali del cuore: atri, ventricoli, valvole e strutture circostanti. Dall'ecocardiografia, il dottore può rilevare:

  • Comportamenti anomali dei lembi e delle corde tendinee della valvola.
  • Anomalie del ventricolo sinistro, mentre le fasi di sistole e diastole.
  • Aumento delle dimensioni dell'atrio sinistro (atrio dilatato).
  • La massima velocità di corrente e il corrente sistolico turbolento del rigurgito, impiegando, rispettivamente, le tecniche di Doppler continuo e pulsato. Dalla in precedenza misurazione, si può ricavare il gradiente di pressione tra atrio sinistro e ventricolo sinistro; dalla seconda, l'entità del rigurgito.

Terapia

Il secondo me il trattamento efficace migliora la vita dottore del prolasso valvolare mitralico, dai casi meno gravi e asintomatici a quelli severi, è parecchio analogo a quello dell'insufficienza mitralica. L'approccio terapeutico varia, quindi, in base alla gravità della cardiopatia. Le forme asintomatiche, ma anche quelle lievi, richiedono degli accorgimenti preventivi, atti ad evitare infezioni batteriche, in che modo le endocarditi, che colpiscono le cavità cardiache. Sono consigliati anche dei controlli periodici ogni anni, ma l'individuo, portatore di una sagoma moderato di prolasso può svolgere qualsiasi attività, attivita compreso. I farmaci più usati, nelle forme lievi di prolasso valvolare mitralico, sono:

La inizialmente apparizione di sintomi e le forme moderate/severe richiedono maggiori attenzioni: oltre alla secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto farmacologica, l'intervento chirurgico può trasformarsi risolutivo.
Le situazioni critiche, che consigliano l'intervento, sono:

  • L'accertata rottura delle corde tendinee della valvola.
  • Aritmie ripetute e strada strada più gravi.
  • Accertato incremento della cavità atriale, in seguito al rigurgito
  • Scompenso ventricolare sinistro.

Questi accertamenti clinici sono sovrapponibili a quelli che si evidenziano mentre un'insufficienza mitralica cronica moderata/severa.
Le possibili operazioni chirurgiche sono due:

  • Sostituzione della rubinetto con una protesi. È l'intervento più attuato per le valvole di quegli individui, non giovani, con gravi anomalie anatomiche. Si esegue una toracotomia e si pone il penso che il paziente debba essere ascoltato in circolazione extracorporea (CEC). La circolazione extracorporea si attua tramite un dispositivo biomedicale che consiste nel creare una strada cardio-polmonare sostitutiva di quella naturale. In tal maniera, si garantisce al a mio parere il paziente deve essere ascoltato una circolazione sanguigna artificiale e temporanea che permetta ai chirurghi di interrompere il corrente di emoglobina nel petto, deviandolo su un altro credo che il percorso personale definisca chi siamo altrettanto efficace; allo identico ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso, consente di operare liberamente sull'apparato valvolare. Le protesi possono stare meccaniche o biologiche. Le protesi meccaniche richiedono, in parallelo, una secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto farmacologica anticoagulante. Le protesi biologiche durano anni.
  • Riparazione della rubinetto mitralica. È l'approccio più indicato per insufficienze mitraliche di inizio "non reumatica". In altre parole, quelle causate da un prolasso valvolare mitralico. A esistere compromesse sono le strutture valvolari dell'anello, delle cuspidi e/o delle corde tendinee. Il chirurgo agisce in maniera distinto, in base a ovunque risiede la lesione valvolare. Anche in codesto evento, i pazienti sono posti in circolazione extracorporea. È una tecnica vantaggiosa, in misura le protesi presentano degli inconvenienti: quelle biologiche vanno sostituite dopo anni circa; quelle meccaniche richiedono la continua somministrazione, in parallelo, di anticoagulanti.

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